La selvaggia bellezza della Riserva Naturale dello Zingaro si estende per 1600 ettari, con 7 kilometri di costa incontaminata, scenario di straordinario fascino sul versante occidentale della Sicilia.
Posta tra San Vito Lo Capo e Scopello, lungo un litorale meraviglioso, alle sue spalle si apre un territorio collinare in cui sicontano più di 650 specie vegetali tipiche della macchia mediterranea. La Riserva inoltre, costituisce l’habitat ideale per falchi e aquile, che vengono per riprodursi.
E’ possibile visitare la Riserva attraverso diversi sentieri, alcuni più semplici, altri un po’ più impegnati, per cui non dimenticate cappellino e borraccia d’acqua fresca. La Riserva dello Zingaro, instaurata nel 1980, è stata la prima Riserva Naturale posta a tutela del territorio siciliano.
Sette kilometri di paradiso: il litorale della Riserva dello Zingaro è uno dei posti più ameni dell’intera Sicilia, in uno scenario naturale assai vario ma in qualsiasi modo fantastico: dagli scogli bassi, ai promontori a picco sul mare, dalle calette alle spiagge di coste, di ciottoli o di sabbia. Sarà entusiasmante conoscere tutti i tipi di costa che qui sono mantenuti in un eccellente stato naturale. L’acqua del mare, placida, rinfrescante e limpidissima completa questo capolavoro della natura: qui branchi di pesce, alghe rare e crostacei vivono indisturbati, lasciandosi piacevolmente immortalare dalle foto dei sub. I fondali, nascondono grotte e rientranze di particolare bellezza: non dimenticate quindi maschera e boccaglio.
Accessibile soltanto a piedi, l’alta costa dello Zingaro si tuffa nell’azzurro mare del Golfo di Castellammare, dando vita a luoghi di indescrivibile bellezza tra insenature, scogli e grotte di piccole e grandi dimensioni. Tra le più suggestive segnaliamo Cala Beretta, Cala Varo, Cala Marinella, Ficarella e Punta della Capreria.
Famosa per l’ampia varietà di piante, la Riserva Naturale dello Zingaro ne conta quasi 700 esemplari, di cui 20 definite rare. Da sempre presenti in gran quantità le palme nane, di cui le foglie venivano sfruttate per intrecci di vario tipo. Il frassino da manna invece, veniva sfruttato per le proprietà del legno, oltre che per l’estrazione della manna. Abbondano esemplari di alloro, malva, cappero e fichi d’india.
Tra le piante rare, diversi tipi d’orchidea oltre al limonio di Todaro. Durante la primavera invece l’intera Riserva si riempe di scintillanti fiori, che sbocciano in una miriade di colori: l’azzurra erba perla, i candidi mazzetti dell’ibiride, ma anche giaggiolo variegato, lo zafferano, i grossi girasoli e molti altri ancora.
La sola presenza del falco pellegrino è assai indicativa di come la Riserva dello Zingaro abbia mantenuto intatto il suo habitat. Sono infatti ben 39 le specie di volatili che scelgono questa parte della costa per deporre le uova, il numero più alto nell’intera Sicilia.
La numerosa avifauna comprende anche esemplari di aquila reale, falco pecchiaiolo, gabbiani, civette, cardellini, gazze e usignoli. Il mammifero più facile da incontrare è il coniglio ma numerosi sono anche gli esemplari di volpe che si aggirano per la Riserva. Se vi incamminate tra i sentieri, fate attenzione alle vipere, anch’esse presenti all’interno della Riserva.
La denominazione Zingaro alla zona venne probabilmente usato in passato per individuare l’attuale sito naturale, assai irto e scosceso.
Dalla grotta dell’Uzzo sono giunti a noi importanti reperti, come i graffiti sulle pareti che testimoniano la presenza dell’uomo anche durante l’epoca preistorica. Di eccezionale valore i ritrovamenti delle sepolture dell’epoca all’esterno della grotta, che fanno presumere riti d’adorazione nei confronti di divinità antiche: questi resti umani sono ritenuti tra i più importanti del periodo preistorico rinvenuti in Europa.
Si sa inoltre, che l’uomo dello Zingaro era dedito alla pastorizia, da cui ricavava le principali fonti di sostentamento. Non si hanno particolari informazioni riguardanti il periodo romano e bizantino, mentre la zona fu luogo di fervore durante il periodo arabo.
Sotto i Normanni, la zona venne divisa in feudi e governata tramite i bagli, tipiche costruzioni della Sicilia occidentale, in cui i proprietari terrieri accentravano le costruzioni dei contadini. Di questi restano ancora visibili il Baglio Cusenza e il Baglio di Scopello.